Lenta agonia di un paese |
Si, è proprio una lenta agonia del paese, di un paese nel quale all'immobilismo ed all'inerzia dell'amministrazione si è aggiunta una disastrosa alluvione. Disastrosa non tanto per gli effetti materiali, che, seppur seri, non sono stati gravi come nelle vicine comunità, quanto per gli effetti riflessi, avendo, da un lato, fornito un presunto alibi agli amministratori, dall'altro bloccato il progresso del paese, già minacciato dalla dissennata azione ed inazione dell'amministrazione pubblica. Il sindaco, sempre più assente
dalla vita amministrativa e programmatica del paese, mantiene un ferreo
controllo sugli assessori, rintuzzando eventuali inopportune voglie
di fare di qualcuno di essi e arrogandosi competenze che gli sono del
tutto sconosciute. E' stata eliminata la refezione scolastica promettendo un servizio migliore e meno costoso e assicurando che il personale non più impegnato nella refezione sarebbe stato assegnato al turismo ed al suo rilancio. L’estate del 2008 è passata. quella del 2009 anche, senza alcuna iniziativa turistica. Forse, in previsione dell’alluvione dell’ottobre 2009, si è preferito risparmiare le energie. Ovviamente l’alluvione non ha impedito di portare avanti l’iniziativa del gemellaggio avviata dalla precedente amministrazione di Alì, che aveva coinvolto diversi comuni della riviera. Ci chiediamo quali pacchetti turistici hanno confezionato i rappresentanti dell’amministrazione che si sono recati in Romania per portare turisti ad Itala. Quali operatori turistici o commerciali sono andati? Quando vedremo i primi turisti rumeni a Itala? Oppure, quali prodotti venderemo in Romania? Possiamo esprimere il pensiero che il ge-mellaggio sia stato solo un viaggio di piacere? A spese del comune, ovviamente, anche se quando è stata proposta l’iniziativa (io ero sindaco) le spese erano previste a carico del finanziamento di un consorzio turistico. So bene che non vale a nulla recriminare,
ed ormai so bene che nessun effetto di ravvedimento potrà avere
ciò che scriviamo o diciamo. Ma la responsabilità non
è del sindaco, dico meglio, non è solo del sindaco. La
responsabilità è anche di chi crede di poter ottenere,
da chi abbiamo mandato ad amministrarci, favori che contrastano con
l'interesse collettivo; di chi crede che prendersi un misero stipendio
senza fare niente sia meglio che guadagnarselo lavorando e acquisendo
professionalità, poichè la professionalità gli
consentirà di mantenersi il posto e migliorare lavoro e stipendio;
di chi aspetta che siano gli altri a risolvergli i problemi. Sempre più sembra diffondersi il desiderio che siano altri a risolvere i nostri problemi: la minoranza consiliare, i Carabinieri, la Procura della Repubblica, e via dicendo. Ovviamente, ciascuno di loro potrà svolgere il suo compito, e certamente lo svolgerà, ma siamo noi che per salvarci dobbiamo utilizzare gli strumenti che ci vengono offerti, e quando li abbiamo, magari solo per 24 ore, impariamo ad utilizzarli, da cittadini adulti, maturi, non da sudditi, non dobbiamo rifiutarli, non svendiamoci per un piatto di lenticchie, anzi per la promessa di un piatto di lenticchie.
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