Un meraviglioso Padre Cacciola, festeggiato
da quella che chiama “la sua famiglia”, in un clima di allegria
e affetto, nasconde la commozione dietro un burbero rimbrotto che non convince
nessuno.
Ha saputo dare amore a chi lo ha meritato.
Ha creato una corale, la “Corale Immacolata”, che va oltre ogni
confine delle umane aspettative.
Il suo amore, come i semi del seminatore della parabola, è caduto su
terreno fertile ed ieri ne abbiamo constatato i frutti.
Già abbiamo apprezzato l’impegno e la professionalità
acquisita, ascoltando il canto delle mirabili preghiere; e, sulle ali di quel
canto, la mente tornava a tempi passati, recenti e meno recenti, al canto
ascoltato al Palacongressi
di Taormina, alla Corale
degli anni passati, del tempo che fu.
E come per incanto, in una misteriosa unione di realtà diverse, vuoi
perché elementi della Corale sono anche componenti della Banda
Musicale, vuoi perché l’armonia del canto e della musica
di entrambi è stata ascoltata negli stessi luoghi, vuoi, infine, perché
la bellezza ed il fascino emanato da quei volti si trasmette a questa terra,
a questo paese nel quale sono vissuti i nostri padri e, prima di essi, i nostri
antenati, come per incanto, sulle ali di quel canto, sfilano davanti agli
occhi i volti di queste meravigliose persone, bellissime, dolcissime, giovani
e meno giovani, ragazze e ragazzi, e sfilano anche i volti che emergono da
quelle
antiche foto,
le meravigliose somiglianze che ci fanno sospettare che siano gli stessi,
tornati a continuare le azioni intraprese, e la fierezza di quegli antichi
sguardi si confonde con la vivace intelligenza di questi, testimoni viventi
di un mondo vivo, vitale, che crede nell’amore e che, avendone ricevuto
tanto, lo vuole ricambiare.
E non c’è fatica che conti, come la poetessa Nina
ha, con spontanea maestria, raccontato, non c’è sacrificio che
non valga la pena affrontare per realizzare quello che è stato un sogno
di Padre Cacciola ed oggi anche loro.
Mons. La Piana ci ha ripetuto ciò che sembra così ovvio che
spesso lo dimentichiamo: “chi canta prega due volte”.
Padre Cacciola e la Corale non solo ci hanno insegnato a pregare due volte,
ma sono riusciti a rafforzarci nell’amore per Itala, nell'intimo convincimento
che un paese che da questi frutti non può morire e non morirà
mai.